domenica 21 giugno 2009

mercoledì 10 giugno 2009

Carta d' identità digitale

1988_
Nasco a cosenza il 3 dicembre di quell' anno!

1994_
Per la prima volta ho a che fare con qualcosa di "cybernetico", adoro infatti far crescere e nutrire quel fantastico animaletto che andava tanto di moda ai tempi....il tamagochi!

1999_
Durante quell ' anno scopro la playstation! all' inizio non ero un' accanita giocatrice, ma con il passare del tempo avevo scopro giokini davvero divertenti!come crash e spyro il draghetto, ma ammetto che mio fratello aveva sempre la meglio!

2003_
Dopo tante preghiere e "pressando" i miei genitori finalmente ottengo il mio primo cellulare!Era un panasonic...non facevo tante telefonate, ma quando c' era qualche promozione rischiavo di mandare più di 100 sms al giorno!

2005_
Ebbene si, per me il 2005 è l' anno del mio primo computer...non avevo internet ma usavo molto word per alcune consegne scolastiche...e spesso ho rischiato di fonderlo giocando per ore a puzzle bubble....!

2006_
Durante quell' anno facciamo il primo abbonamento ad internet...comincio a usare alcune chat pubbliche ed in seguito anche msn, faccio un sacco di ricerche per la scuola e mi diverto a cercare i testi delle canzoni dei miei gruppi preferiti!

2007_
Finlamente nel mio paesino arriva l' adsl! I primi tempi passavo letteralmente le mie giornate al computer, tra chat, video musicali e giochi online...dopo un pò però ci si fa l ' abitudine ed ho cominciato a passare sempre meno tempo al pc...

2008_
Nel 2008 seguo un corso all' università con il prof. Massara...scopro quante cose ci offre google, condivido documenti con i colleghi e creo la mia prima mappa con google map...

2009_
Quest' anno per me è sicuramente l' anno del blog! Attraverso il corso di ambienti digitali ho scoperto come creare un blog tutto mio....per poter scrivere di cse che m interessano....mettere le immagini che m colpiscono...e i video che più m piacciono!

Beh siamo arrivati alla fine...ma spero che la mia carriera "digitale" continui!

mercoledì 3 giugno 2009

Il duro mestiere di vivere.....


“C'è un solo piacere, quello di essere vivi; tutto il resto è miseria.”[Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, Einaudi, Torino 1952, p. 328]

Il "Mestiere di vivere", diario di Cesare Pavese, fu ritrovato alla morte dell'autore tra le sue carte. Il diario va dal 1935 al 1950 anno del suicidio. Si tratta di un'opera privata non data alla stampa in vita, ma tuttavia scritta in più punti con intenti di arte come solo Pavese sapeva fare.In essa si mescolano riflessioni personali ,bilanci, considerazioni letterarie ed accenni alle proprie opere. Si tratta quindi di uno strumento fondamentale per avvicinare lo scrittore, per conoscere la dimensione intima, gli interessi, le risonanze di certi avvenimenti biografici. Vita personale, cultura e letteratura si intrecciano strettamente in una scrittura affascinante per stile.Sicuramente questo diario è di grande interesse per chi ama l'opera letteraria di Pavese, andare alla ricerca di una conoscenza più intima dello scrittore, rileggendo ciò che egli annotò per se stesso, ed usando queste informazioni al fine di meglio capirlo.. .......................
Comunque sia oltre allo strumento interpretativo, è anche un esempio di prosa artistica, infatti anche davanti a se steso lo scrittore non cessa di essere tale. Come tutti i diari anche questo può essere usato poi come documento umano di vita vissuta, come raccolta di massime e di riflessioni, legate alla verità di una esistenza. Un diario unico nel suo genere, in cui l'autore annota per se stesso riflessioni su cio' che sta scrivendo, riflessioni su cio' che accade nella sua vita, valutazioni sulla sua vita e sulla fortuna delle sue opere.Uno scritto fondamentale se si vuole conoscere a fondo il Pavese poeta ma soprattutto il Pavese uomo, con le sue angosce e le sue debolezze, i suoi interessi… Per poi arrivare a capire che l'uomo e il poeta sono un tuttuno, che l'esistenza e' una sola, e Pavese e' vero nei suoi diari come nelle sue opere.
La frase finale del libro è del 18 agosto del 1950 ed ha il sapore tragico di un'epigrafe conclusiva, sigilla definitivamente il "mestiere di vivere" :................................ " Non parole. Un gesto. Non scriverò più". Cesare Pavese muore suicida per avvelenamento in un albergo torinese dieci giorni dopo questa frase, esattamente il 28 Agosto del 1950.

giovedì 21 maggio 2009

BIG BROTHER IS WATCHING YOU.





"Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli... a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto.Dall'età del livellamento, dall'età della solitudine, dall'età del Grande Fratello, dall'età del bispensiero... tanti saluti!"

( Dal diario di Wiston Smith)


"1984" è il maggiore romanzo di George Orwell.Winston Smith è un trentanovenne impiegato al Ministero della Verità a riscrivere articoli del Times. Egli è uno dei pochi tipi eccentrici della società del 1984. Questo perché incomincia a domandarsi il perché delle cose. Come egli stesso scrisse nel suo diario: "Capisco COME ma non capisco PERCHÉ". Winston teorizza che il Partito può cambiare la Storia ma non quello che rimane nella memoria di una persona, i ricordi. Questo a noi sembrerebbe veroma ironicamente nel 1984 sembra che nessuno non si ricordi nulla. Ovvero meglio dire che se qualcuno si ricorda qualcosa che contraddice il Partito testimoniando la sua falsità, si convince di ricordarsi male e che ciò è solamente un fatto che ha sognato Ma Winston non ragiona come tutti gli altri ed è sicuro di ricordarsi bene le cose. Ad esempio un giorno mentre Winston era seduto alla mensa, il teleschermo annunciò che c'erano state manifestazioni di ringraziamento al Grande fratello perché aveva aumentato la razione di cioccolata a 20 grammi alla settimana. Ma Winston si rende subito conto della falsità dell'informazione: infatti il giorno prima c'era stata una comunicazione che era stata ridotta a 20 grammi. Tuttavia solo lui se ne rende conto mentre gli altri stolti festeggiano. Del passato ha ricordi vaghi. Ricorda il suo egoismo nei confronti della stremata madre e della sorellina ammalata e morente di fame: voleva sempre una razione maggiore di cibo considerandosi l'uomo di famiglia e talvolta si impadroniva pure di quella della sorellina. Ora ricordandosi la sua cattiveria soprattutto nei confronti della madre, che si sacrificava sempre per lui, ne rimpiange l'affetto (la madre con la sorellina era stata presa dalla psicopolizia). Camminando per i sobborghi di Londra, gli viene in mente che se c'è una speranza per rovesciare il Partito, questa risiede nei prolet. Tuttavia Winston pensa che i prolet siano troppo ingnoranti per rendersi conto della loro "forza" e della loro situazione disastrosa. Allora, sconfortato per questa considerazione, pensa ulteriormente che l'unica maniera per avere libertà è il suicidio. Tuttavia Winston dimostra che non sarebbe mai capace di fare una cosa simile: anche se c'è un'ora da vivere in più anche in cella lui la vuole vivere. Con Julia si rende conto che alla fine l'unica maniera per contrastare il Partito è di trasgredirlo. Egli infatti è una persona coraggiosissima e sebbene sappia che un giorno verrà preso dalla psicopolizia, continua nelle sue trasgressioni: il diario, le scappatelle con Julia, il passare tra i quartieri dei prolet, il fatto di essere andato accompagnato da O'Brien. Tutte queste cose rendono Winston l'eroe del 1984 anche se egli alla fine verrà sconfitto dalla potenza del Partito al quale non si può far resistenza.


Bloody pages.....


"Portami via di qui..." gemette contro il mio petto."Certo, amore mio", le sussurrai all'orecchio prima di sparare sotto il suo meraviglioso seno sinistro, perchè era vero, l'amavo, ma non potevo agire diversamente in quel mio ultimo lavoro. Ero un killer, e i professionisti non mischiano mai il lavoro con i sentimenti.Prima di uscire andai in cucina e aprii tutti i rubinetti del gas.Stavo salendo su un taxi in Avenida Tamaulipas quando udii l'esplosione."Cos'è stato, capo?" chiese l'autista."Il temporale. Che altro poteva essere?""Le da fastidio la musica?""No. Lasci pure"Solo allora scoprii che dalla radio arrivavano i versi di quel corrido che dice:"Quando vide la mia tristezza lei voleva andare, ma era già scritto che quella volta avrei perso il suo amore...."


( Luis Sepùlveda / Diario di un killer sentimentale / 1996 )


Un' adolescenza come non dovrebbe essere vissuta.....Christiane F. ed il suo zoo....





«Senza rifletterci sopra granché mi ero già scissa in due persone radicalmente diverse. Scrivevo lettere a me stessa. Christiane scriveva lettere a Vera. Vera era il mio secondo nome. Christiane era la quattordicenne che voleva andare dalla nonna, in qualche modo era la buona; Vera era la bucomane. E le due litigavano ore per lettera»…



Christiane F. ha cominciato a fumare hashish a docici anni, a tredici ad iniettarsi l' eroina. Per due anni la sua vita è stata divisa tra le aule scolastiche e la stazione della metropolitana dove i giovani drogati berlinesi si prostituiscono per avere il denaro necessario a continuare a drogarsi. Attraverso il suo diario Christiane racconta con un linguaggio grezzo e teso la sua storia e quella dei suoi coetanei, sullo sfondo di una Berlino dove i quartieri-dormitorio e le discoteche sono simili a quelli di ogni grande città europea. E' la storia di una precoce discesa nel mondo della droga e della faticosa risalita, documentata come un servizio giornalistico, sofferta come un diario personale, da cui nasce la convinzione che la soluzione del problema della droga è lontana ma possibile. Il dramma di Christiane F. è diventato in Germania un caso edificante (è entrato addirittura nelle antologie scolastiche), un testo discusso da medici, insegnanti, operatori sociali, e che ha coinvolto profondamente anche il grande pubblico attraverso le immagini del film che ne è stato tratto.

"Noi, i ragazzi dello Zoo di Berlino” è un libro che impone una riflessione attenta sulle cause del disagio giovanile e sulle responsabilità della società. Dalla storia è stato tratto anche l’omonimo film, girato nel 1981 e diretto da Ulrich Edel.

Un libro che spiazza, che commuove e che regala emozioni. A tutti gli effetti, un classico moderno.

Un Libro da leggere con gli occhi del cuore più che quelli della mente, aprendo la coscienza alla speranza e all’illusione che tutto possa cambiare.






lunedì 18 maggio 2009

La scelta è tra l' usare la penna o la più odierna tastiera! Il diario come realtà moderna ed antica....


“Quaderno in cui si registrano giorno per giorno ricordi, osservazioni e gli avvenimenti che si ritengonpiù importanti”.
È questo ciò che ho trovato scritto sul vocabolario cercando la parola “diario” e mi piacerebbe analizzarlo. Il diario esiste da secoli eppure è da secoli che gli individui riportano su delle pagine bianche le loro emozioni, sensazioni, appunto ciò che si ritiene più importante, è difficile infatti leggere su un diario avvenimenti noiosi o banali, come lavarsi i denti o spazzolarsi i capelli.
Una tesi riaguardo al diario che voglio portare avanti è che esso “serve”, a che serve tenere un diario? Innanzi tutto a tener traccia delle idee e delle intuizioni che possiamo avere giorno per giorno e che altrimenti fatalmente ci sfuggirebbero.Poi a farci sfogare: in un diario possiamo scrivere male, metter giù tutte la robaccia sentimentale, melensa e piagnucolosa che ci preme dentro e liberarcene. Dopo di che, possiamo metterci a scrivere seriamente. Terzo. Tenere un diario mette in moto la creatività. E' come quando decidi di trascrivere i tuoi sogni... dopo un paio di settimane non fai altro che sognare, tanto che alla fine smetti di segnarti i sogni perché non ce la fai a starci dietro.
Questi sono punti d’ incontro che hanno il diario del passato ed il diario di oggi, dove stanno invece le differenze? Prima di tutto proprio nel “materiale”, il primo infatti aveva bisogno di qualche foglio e di un po’ d’ inchiostro mentre ora un pc può bastare! Una volta i diari, tranne quelli pubblicati sotto forma di romanzo, erano prettamente privati, magari mostrati esclusivamente all’ occhio critico di qualche amico fidato, con i diari online (detti anche blog) tutto ciò non è così. Si ha quasi l’ annullamento della privacy, per altro voluta e dichiarata dallo scrittore stesso. Ma non stiamo soltanto a criticare il sistema moderno…grazie ad esso devo ammettere che l’ uomo è riuscito ad aprirsi di più agli altri mostrando spesso insicurezze e paure più facili da far esibire dietro uno schermo!
Purtroppo io da improbabile romantica credo ancora in quel diario fatto di carta, dove il rumore delle pagine mi riporta ai luoghi, addirittura ai profumi delle vicende scritte….rimane il fatto che o su carta o su pagine web la forza del ricordo è qualcosa di percettibile da parte di tutti…capita a tutti prima o poi…di perdere lo sguardo nel cielo e ripensare a quella giornata quando……….;)